Le muffe sono degli organismi viventi che appartengono al regno dei funghi o miceti. Questo gruppo di microrganismi comprende oltre 100.000 specie ma il loro numero si pensa sia molto più elevato di quelle attualmente classificate.
La peculiarità delle muffe è quella di proliferare in contesti molto diversi tra loro e di adattarsi facilmente al luogo in cui compaiono. Tra questi ambienti vi sono le nostre case, in modo particolare quelle abitazioni che presentano un’elevata umidità, come quelle del territorio Veneto. Nel momento in cui le spore incontrano una zona umida sfruttano al massimo l’opportunità di moltiplicarsi diventando vera e propria muffa.
Queste particelle che entrano all’interno delle nostre case perché portate dai nostri vestiti o trasportate lì per via aerea si disperdono nell’ambiente e arrivano dovunque, attaccandosi su muri, tessuti e mobili.
Cause dell’umidità in casa
L’umidità all’interno degli ambienti chiusi è un fenomeno abbastanza diffuso per via della correlazione tra quantità di vapore acqueo nell’aria e presenza di microrganismi viventi, spore fungine nella fattispecie.
Pertanto la presenza di un’elevata umidità in casa rappresenta un campanello d’allarme che potrebbe mettere a repentaglio il comfort termico e provocare danni quali la formazione di muffa su pareti, mobili e tessuti. Questa condizione si presenta quando la temperatura delle pareti è inferiore al punto di rugiada interno; l’aria densa di vapore acqueo a contatto col freddo dei muri condensa formando sulla superficie delle gocce d’acqua sulle quali si attaccano e proliferano le spore.
Ma quali sono le cause più comuni che determinano l’aumento di umidità all’interno della casa?
- Scarsa ventilazione. Con una cattiva ventilazione la quantità di umidità si accumula all’interno della casa con la probabilità che si sviluppino agenti patogeni. Se la ventilazione è buona, lo sarà anche la qualità dell’aria.
- Umidità di risalita. L’umidità che ritroviamo sui muri può essere causata dalle infiltrazioni che superano la struttura stessa della casa, anche in risalita dai pavimenti. Tale umidità crea problemi consistenti ai muri con deterioramento degli intonaci.
- Asciugatura dei panni. Nelle giornate invernali quando non è possibile stendere la biancheria all’esterno, spesso quest’ultima viene fatta asciugare all’interno di casa creando condensa sulle superfici.
- Bollire l’acqua. Quando si cucina e nella fattispecie si fa bollire l’acqua nell’aria si disperde il vapore acqueo che va a depositarsi su muri, oggetti e mobili delle nostre cucine.
- Bagni e docce calde. Quando fuori fa freddo sentiamo spesso la necessità di concederci un bagno caldo rilassante. In queste occasioni capita che l’acqua venga impostata ad una temperatura più elevata e che il tempo di permanenza sotto la doccia aumenti. Questo fa in modo che il vapore prodotto si posi sulle superfici fredde dei muri e dei soffitti andando poi a facilitare la comparsa della muffa.
I rischi per la salute
Al di là del fattore estetico, la muffa non è solo un problema che intacca i muri e gli oggetti; il fatto di avere una parete sporca passa decisamente in secondo piano quando si è di fronte a problematiche ben più importanti di natura sanitaria. Quello che è grave è che la muffa stessa espone l’essere umano a potenziali rischi per la salute e per questo è sempre conveniente eliminarla dagli spazi in cui viviamo e respiriamo.
La maggior parte dei danni che provoca la muffa interessa l’apparato respiratorio in quanto la sua inalazione può determinare danni alle vie aeree. L’introduzione di spore nel nostro organismo attraverso la respirazione provoca malattie anche gravi riducendo la funzionalità di bronchi e polmoni.
I danni possono essere sia a breve che a lungo termine, in base all’evoluzione del quadro clinico della persona. Le patologie più frequenti provocano irritazioni delle mucose, allergie e asma, malessere generale come mal di testa e nausea e bronchiti. Nei casi più gravi, come detto, si arriva a diagnosticare infezioni polmonari e addirittura, in soggetti già debilitati, i danni possono provocare il decesso.
Alcune volte i problemi indotti dalla respirazione della muffa interessano gli occhi provocando irritazioni oculari, bruciori e arrossamenti. La stessa cosa accade alla pelle.
Molto spesso le persone che si trovano a contatto per lungo tempo con le muffe sviluppano una ipersensibilità e, per questi soggetti, basta una breve esposizione per innescare nuovamente la patologia. Questa tendenza a cronicizzare, cioè a reiterarsi nel tempo e a produrre danni anche nel lungo termine, fa sì che la cura diventi sempre più necessaria.
I soggetti maggiormente colpiti dagli effetti tossici derivanti dall’esposizione alle spore sono quelli più deboli come i bambini, gli anziani, i diabetici, i lungodegenti, chi assume terapie chemioterapiche, cortisoniche o di alcuni altri farmaci oltre a tutti coloro che hanno il sistema immunitario debilitato o depresso.
Identificare la presenza di muffa
Una quantità costante di umidità nell’aria superiore al 50% favorisce la formazione di muffe fungine e la proliferazione di colonie batteriche sulle superfici. L’umidità a contatto di zone dalla temperatura più fredda condensa e si deposita, formando l’acqua.
Le superfici si ricoprono così di macchie scure, dalle sfumature più diversificate, e di aloni che accelerano il processo di degrado della parete.
La presenza di zone più fredde all’interno di una abitazione dipende dai ponti termici (punto localizzato sui muri perimetrali e il soffitto attraverso il quale si ha una dispersione di calore tra interno ed esterno).
È necessario risolvere, quindi, le dispersioni in questi punti critici per poter ottenere un maggiore risparmio energetico (minori spese di riscaldamento e raffrescamento e risparmio sulle attività di manutenzione). Per evitare che si creino queste zone dove la muffa poi si annida, è necessario intervenire sulla struttura portante della casa o nell’isolamento termico degli infissi.
Ad ogni modo, i tipici puntini grigio scuro sulla parete o in un angolo, nonché la possibile presenza di lanugine, sono generalmente un campanello d’allarme. Anche le macchie di umidità sulle pareti possono indicare la presenza di muffa, soprattutto se esse sono di colore grigio, bianco, verde e giallo.
Le chiazze gialle in modo particolare contraddistinguono una speciale tipologia di muffa, denominata Aspergillus flavus, che è in grado di produrre delle micotossine particolarmente tossiche per l’essere umano e per gli animali.
Interventi di sanificazione
Se gli ambienti abitativi sono contaminati da muffe occorre innanzitutto agire il prima possibile.
Il primo motivo è perché il loro sviluppo tende ad essere progressivo, il secondo è per limitare e ridurre al massimo i tempi di esposizione all’azione tossica delle spore sulle persone.
Più spore infatti si formano nell’ambiente e maggiori saranno le possibilità che queste possano colonizzare ulteriori spazi e altre superfici fino a quel momento ancora non contaminate.
Gli interventi di sanificazione dalla muffa abbracciano due tipologie diverse di attività; eliminare le cause che hanno consentito la diffusione della muffa e bonificare i locali e unitamente a questi tutte le superfici e gli oggetti interessati dalla presenza delle spore fungine.
Queste spore, se non vengono eliminate, rendono malsano l’ambiente per tempi anche molto lunghi e avranno la tendenza a creare nuove contaminazioni in futuro. Dopo aver individuato la causa che ha scatenato la formazione delle muffe si procederà alla risoluzione del problema.
Per eliminare le condizioni che favoriscono la formazione di muffe e di condense, occorrerà migliorare le prestazioni termiche dell’involucro edilizio realizzando delle opere di isolamento dell’edificio come il cappotto termico all’esterno della struttura dell’abitazione.
Le attività di bonifica e di pulizia dei locali contaminati dalle muffe è meglio che vengano effettuate da professionisti preparati ed esperti trattandosi di lavorazioni che espongono il lavoratore alla possibile insorgenza di malattie croniche. Dopo aver effettuato la sanificazione ambientale dalla muffa, si dovrà agire sulle superfici murarie e poi da ultimo sugli oggetti.
Se la pittura non è traspirante è preferibile asportarla e sostituirla con una pittura traspirante o di pura calce. Questo perché la pittura traspirante svolge un’altra funzione utile che è quella di consentire all’intonaco di assorbire la condensa per poi restituirla, realizzando localmente un effetto assorbente.
Come prevenire il ritorno della muffa: 5 attività di prevenzione
Prevenire la contaminazione da muffe è sempre la soluzione migliore, sia sugli edifici nuovi che su quelli più storici, per la tutela della salute degli occupanti e per evitare il danneggiamento di pareti e arredi.
La prevenzione delle muffe in realtà è una pratica che attraverso alcuni semplici accorgimenti può essere eseguita nel momento in cui si voglia evitare questo annoso problema. Qualora non si abbia una grossa esperienza è opportuno contattare dei professionisti del settore come gli specialisti di Lanza Decor.
Allo stesso tempo vi sono 5 attività di prevenzione che sono facilmente attuabili:
- Intervenire con un completo ciclo antimuffa comprensivo di disinfettante e idropittura antialga esente da VOC (Composti Organici Volatili) adatto sia per interni che per esterni;
- Impiegare intonaci traspiranti o di calce e pannelli di silicato sulle murature;
- Areare quanto più possibile gli ambienti interni di casa aprendo porte e finestre;
- Diminuire la quantità di vapore acqueo presente all’interno dell’abitazione stando bene attenti a quando cuciniamo, a quando stendiamo il bucato e a quando laviamo i pavimenti.
- Ridurre il tempo di permanenza sotto la doccia, in special modo se la temperatura dell’acqua è superiore ai 45°.
Per ricevere la migliore consulenza possibile contattate Lanza Decor, gli esperti della sanificazione da muffa nonché numeri uno nella realizzazione di cappotti termici.